Questo sito usa cookie per fornirti un'esperienza migliore. Proseguendo la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra OK

"a due"

 

introduzione it

 

“a due”. Arte Contemporanea in Italia e Belgio, ideato e curato da Laura Viale per l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, è un progetto che apre un dialogo fra artisti italiani e belgi attivi dagli anni ‘90 sino ad oggi.

Nasce da un invito a Laura Viale a esporre il proprio lavoro all’Istituto, che l’artista ha condiviso con alcuni colleghi italiani legati al Belgio, chiedendo a ognuno di invitare a sua volta un artista belga con cui stabilire un rapporto di affinità o contrasto. Il progetto è stato sviluppato con il contributo critico della storica dell’arte Maria Elena Minuto.

Tra novembre 2015 e marzo 2018, "a due" ha ospitato mostre, performances e incontri che mettono in valore le relazioni tra artisti provenienti da diverse culture, esperienze e generazioni.

Hanno esposto gli artisti: Davide Bertocchi (Modena, 1969) e Joris Van de Moortel (Gand, 1983), Enrico Gaido (Torino, 1971) e Freek Wambacq (Bruxelles, 1978), Margherita Moscardini (Donoratico, 1981) e Futurefarmers (Belgio-USA, collettivo fondato nel 1995), Laura Viale (Torino, 1967) e Stijn Cole (Gand, 1978), Raffaella Crispino (Napoli, 1979) e Hans Demeulenaere (Ostenda, 1974), Alberto Scodro (Marostica, 1984) e Paul De Vree (Anversa, 1909-1982), Serena Fineschi-Alessandro Scarabello (Siena, 1973 e Roma, 1979) e Hans Op de Beeck (Turnhout, 1969).

 

introduzione it

 

Serena Fineschi – Alessandro Scarabello e Hans Op de Beeck
Rendez-vous
20 gennaio - 9 marzo 2018

Istituto Italiano di Cultura e Oldmasters Museum Bruxelles

Sin dal tardo Medioevo, le scene di vita quotidiana, gli oggetti comuni e gli ambienti domestici hanno caratterizzato la cultura figurativa dei Paesi Bassi. Lo “specchio”, la “natura morta”, le “maschere” e il “dettaglio” minuziosamente rappresentato ne hanno incarnato le ossessioni con crudo realismo. Affascinati da questi emblemi e iconografie, gli artisti Fineschi, Scarabello e Op de Beeck aprono in questa mostra un dialogo con l’arte belga e il suo sentimento del grottesco e dell’assoluto, presentando un corpo di opere, tra cui dipinti, sculture e video, che riflettono sull’inesorabile scorrere del tempo, sulla realtà sottostante l’apparenza delle cose e sulla condizione umana in tutte le sue sfumature, ambizioni e privazioni. Ospitata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e i Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique, Rendez-vous schiude un singolare sguardo sull'immaginario nordico e la sua storia, rileggendo i suoi fantasmi, misteri e suggestioni melanconiche attraverso una prospettiva di straordinaria contemporaneità.

 

rendez vous 02   2scodro

3scodro   4scodro

1scodro   2scodro

3scodro   4scodro

 

Serena Fineschi (Siena, 1973) vive e lavora a Siena e Bruxelles. Le sue opere sono state esposte in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero tra cui: la Collezione Frédéric De Goldschmidt e Officina a Bruxelles, Belgio; il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele de Grada a San Gimignano; il SMS Complesso Museale Santa Maria della Scala a Siena, il Centro d’Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse a Siena, le Corderie dell’Arsenale a Venezia (durante la 15ma Biennale di Architettura, 2016), la Casa Masaccio Arte Contemporanea in San Giovanni Valdarno, Italia.

Alessandro Scarabello (Roma, 1979) vive e lavora a Bruxelles. Ha conseguito il BFA presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e il MFA presso la Royal Academy of Fine Arts (Kask) di Gand, esponendo in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia tra cui il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (PAC), Italia; Palazzo Collicola di Spoleto e Palazzo delle Esposizioni di Roma. Ha partecipato a diverse Biennali d’arte contemporanea tra cui la Bienal del fine del mundo in Sud America, la Biennale dei Paesi del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto, la Biennale di Tunisi e la Biennale dei giovani artisti a Monza, Italia.

Hans Op de Beeck (Turnhout, 1969) vive e lavora a Bruxelles e Gooik in Belgio. Ha esposto in numerose mostre personali e di gruppo e all’interno di importanti istituzioni come: la Biennale di Venezia, l’Hangar Bicocca di Milano, il MACRO di Roma, IT; il M HKA Museum di Anversa, BE; la Tate Modern e la Whitechapel Art Gallery di Londra, GB; il Musée National d’Art Moderne, il Centre Pompidou di Parigi, FR; la Kunsthalle di Vienna, AT; il PS1 di New York e il MOCA di Cleveland, US; il MAMBA di Buenos Aires, AR; la Biennale di Singapore, SG; la Biennale di Shanghai, CN; l’Aichi Triennale e l’Hara Museum of Contemporary Art di Tokyo, JP.

Con il gentile sostegno di:
Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano; The Gallery Apart, Roma; Galleria Continua, San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana.

 

1.invitation

 

Alberto Scodro – Paul De Vree
Cime et t+erre
1 - 30 giugno 2017

 

Ermetiche e ricche di elementi che mettono in tensione lo spazio che le circonda, le installazioni e le sculture polimateriche di Alberto Scodro interpretano in questa mostra l’eclettica opera di Paul De Vree, artista, poeta concreto e visivo e padre della poesia sonora fiamminga. Cime e Terre (Scodro, 2017), omaggio all’omonima opera realizzata dall’artista belga nel 1971, è un grande arazzo il cui ordito di lana, nylon e poliestere raffigura un’enigmatica scala e delle foglie di vite, emblemi di una dimensione al tempo stesso vicina e lontana, viva e perduta. Come il titolo dell’esposizione, anch’esse alludono in modo sottile al ciclo della vita e al suo continuo movimento dialettico di ascesa e discesa, nascita e rinascita. La mostra presenta inoltre una serie di dipinti (Maskers, 1972), acquerelli (Oologica Belgica, 1945-1967), film (Essentieel, 1964; Mijn Evanaaste, 1963) e libri d’artista rappresentativi dei molteplici percorsi di ricerca che De Vree dedicò alla complessità della parola, attraversandone la natura letterale, visiva, sonora e performativa.

 

1scodro   2scodro

3scodro   4scodro

 

Alberto Scodro (Marostica, 1984) è stato artista residente presso il RAVI di Liegi (2016), lo HIAP di Helsinki (2014) e la Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia (2009-2010). Tra le sue recenti mostre personali: Eocene, Car DRDE Gallery, Bologna, 2017; Lago nella punta dell’ago, MAG Museum, Riva del Garda, Trento, 2015; The sight couldn’t be any better, Augusta Gallery, Suomelinna, Helsinki, 2014; Spannung, Viafarini, Milano, 2013; Floating Tonalite Stone, Villa Dalegno, Brescia, 2012; Alberto Scodro, Agricultural Centre, Pechino, 2010. Tra le principali mostre collettive: Won’t you not see?, Maison Gregoire, Bruxelles, 2015; Person in Less, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2010.

Paul De Vree (Anversa, 1909-1982) è un artista e poeta visivo pioniere della poesia concreta europea. In Belgio fonda e dirige le riviste letterarie d’avanguardia De Tafelronde (1953-1982) e Vers Univers (1966-1967) mentre in Italia è editore di Lotta Poetica (1971-1975) e di Factotum-Art (1977-1979) in collaborazione con il poeta italiano Sarenco. Tra le sue principali mostre personali e collettive: Neonlicht, M HKA, Anversa, 2012; Opere di Paul De Vree nelle collezioni Italiane, Rocca di Umbertide, Perugia, 2004; Poesia Totale. 1897-1997, Palazzo della Ragione, Mantova, 1998; Paul De Vree, CC Hasselt, 1981; 20 jaar de Tafelronde, Internationaal Cultureel Centrum, Anversa, 1975; Paul De Vree: Poesia Visiva, KMSKA, Anversa, 1974; Sound Texts Concrete Poetry Visual Texts, Stedelijk Museum, Amsterdam, 1970.

Con il gentile supporto di M HKA, Anversa, Fondazione Bonotto e Bonotto SpA, Molvena (Vicenza).

 

iic invitation crispino newsletter

 

Raffaella Crispino - Hans Demeulenaere
What We Can Use, What We Can't Move
12 gennaio - 24 febbraio 2017

 

Nata da una stretta collaborazione tra gli artisti e come un’ironica analisi sui limiti e sulle possibilità offerte dallo spazio espositivo dell’Istituto Italiano di Cultura, What We Can Use, What We Can't Move prende avvìo dai rispettivi archivi fotografici degli artisti, che divengono punto di partenza per l’elaborazione dei lavori. Partendo da una rilettura critica del display nell’arte e “dell’arte del display”, Crispino e Demeulenaere riflettono sulle logiche critiche e linguistiche alla base delle metodologie espositive e curatoriali contemporanee. Una selezione di materiale prodotto e conservato dagli artisti sviluppa un racconto complesso fatto d’immagini, oggetti, sculture e installazioni che lascia visibili le tracce del loro percorso creativo e di ricerca.

 

1.what we can use what we cant move   2.what we can use what we cant move

3.een onmogelijk gesprek una conversazione impossibile 2017   4bis

 

Raffaella Crispino (Napoli, 1979) vive e lavora a Bruxelles. Dopo essersi laureata in Arti visive presso lo IUAV di Venezia (2007) è stata artista residente presso l’HISK di Gand (2014-15), il JCVA di Gerusalemme (2010) e il CCA-Kitakyushu in Giappone (2008-2009). Nel 2013 vince a Bruxelles i premi Young Artistic Talent Award e Prix Médiatine. Tra le sue recenti mostre personali: Tokyo - San Francisco, Super Dakota Gallery, Bruxelles (2016); c/o Alternate Correspondence in collaborazione con Kasper Bosmans, 1/9unosunove gallery, Roma (2015); Faux en écriture, Dauwens & Beernaert Gallery, Bruxelles (2016); It takes two to make an accident, HISK, Gand (2015).

Hans Demeulenaere (Ostenda, 1974) vive e lavora a Bruges. Laureato in Arti visive al LUCA School of Arts di Gand, è stato in residenza al Masereelcentrum di Kasterlee (2016) e al Workspacebrussels di Bruxelles (2015). Tra le sue mostre recenti: You make a better door than you do a window, con Emi Kodama, Beursschouwburg, Bruxelles (2016); Politics of Installation, con Bas van den Hurk,P/////AKT, Amsterdam (2015); Be ALL AND END ALL, con Herman Van Ingelgem e Marc Nagtzaam, Millington Marriott, Londra (2015); Some Objects, Eight Sculptures, Several Frames, One Video and a Book, Mu.ZEE, Ostenda (2014); The Gathering Of Characters And Forms (Chapter I), Dash, Kortrijk, (2014); A Never Ending Story, Extra City Kunsthalle, Anversa (2013).

 

1invitobis 

 

Laura Viale - Stijn Cole
Halfway
9 - 30 giugno 2016

 

Halfway di Laura Viale e Stijn Cole presenta una serie di fotografie, pitture, disegni e installazioni appositamente concepiti nei dintorni di Vittel in Francia. Il paesaggio di questa zona della Lorena, situata esattamente tra Torino e Gand, loro rispettive città d’origine, è stato scelto dagli artisti come luogo simbolico per la produzione dei loro lavori realizzati con colori a olio, carte millimetrate, stampe fotografiche e digitali.
Nate da questo singolare incontro “a metà strada” e create da un insieme di elementi naturali raccolti sul posto, le opere esposte in questa mostra riflettono su temi da sempre presenti nella loro ricerca, come la relazione tra natura e artificio, ambiente esterno e dimensione mentale, esperienza sensibile e astrazione.

La collaborazione tra Viale e Cole è iniziata nel marzo 2016 con la mostra LumièreMatière presso l’Académie royale des Beaux-Arts di Bruxelles, che ha invitato i due artisti a esporre in dialogo con alcuni studenti dei Master e diplomati della scuola.

 

3 halfway vista mostra2   2 halfway vista mostra1

4 vialebis   5 cole

 

Laura Viale (Torino, 1967) vive e lavora a Bruxelles. I suoi lavori sono stati esposti in numerose sedi tra cui: PAV, Centro d’Arte Contemporanea, Museo Nazionale del Cinema e Museo di Scienze Naturali, Torino; Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova; Museo Marino Marini, Firenze; Fondazione Bottari Lattes, Monforte d’Alba; Galleria Civica d’Arte Contemporanea e MART, Trento. È stata artista ospite presso la Djerassi Foundation in California, l’Atlantic Center for the Arts in Florida e la Fondation La Napoule in Francia.

Stijn Cole (Gand, 1978) vive e lavora a Chimay. Realizza dipinti, installazioni e sculture, utilizzando diversi media tra cui video, pittura e disegno. Le sue opere sono state presentate in istituzioni e gallerie quali: Museum of Fine Arts e De Witte Zaal, Gand; Museo Dhondt Dhaenens, Deurle; Be Part Foundation, Waregem; Second Room, Bruxelles; Garage, Malines; Kunstverein Schwerte e Kunstverein Ahlen, Germania; Galerie Van De Weghe e Galerie Geukens & De Vil, Anversa; Galerie Kunst-zicht, Gand.

In partenariato con ArBA-EsA, Bruxelles.
Con il gentile supporto di Chimay.

 

iic invitation.moscardini

 

Margherita Moscardini - Futurefarmers
19 - 29 aprile 2016 


Video, disegni e libri d’artista, il cui soggetto principale è la riflessione sul concetto di “trasformazione”, sono gli elementi che caratterizzano la mostra realizzata da Margherita Moscardini e dai Futurefarmers. Attraverso approcci e linguaggi differenti, l’insieme di questi lavori mette a fuoco le contraddizioni derivanti dai processi di sviluppo delle grandi metropoli. Da sempre impegnati ad indagare lo spazio urbano e i suoi molteplici risvolti sociopolitici e a ricercare soluzioni alternative di confronto con le realtà rurali e cittadine, gli artisti espongono per la prima volta in Belgio due lavori emblematici: Istanbul City Hills - On the Natural History of Dispersion and States of Aggregation (Moscardini, 2013-14) e Erratum: Brief Interruptions in the Waste Stream (Futurefarmers, 2010).

 

6 moscardinifuturefarmers vista mostra1    7 moscardini futurerarmers vista mostra 2

    


Margherita Moscardini (Donoratico, 1981) ha studiato Antropologia Culturale e frequentato il XIV CSAV, Fondazione Antonio Ratti di Como con Yona Friedman nel 2008. E’ stata artista ospite del MMCA di Seoul, dell’ISCP di New York e borsista della Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University, New York. Il suo lavoro è stato esposto all’IIC di Istanbul, al SongEun ArtSpace di Seoul, alla Fondazione MAXXI di Roma e a Palazzo Reale, Milano.

I Futurefarmers (Belgio-USA) sono un collettivo fondato da Amy Franceschini nel 1995 che riunisce artisti, designers, attivisti, ricercatori e architetti il cui lavoro propone modi alternativi di abitare e di usare lo spazio delle grandi città. Le loro opere sono state esposte in numerosi musei internazionali tra cui: Whitney Museum of American Art, New York; New York Museum of Modern Art, Solomon R. Guggenheim, New York; MAXXI, Roma, New York Hall of Sciences, Walker Art Center, Minneapolis.

  

iic invitation.gaido

 

Enrico Gaido – Freek Wambacq
8 - 23 marzo 2016

Enrico Gaido e Freek Wambacq presentano una selezione dei loro lavori che nella differenza di pratiche e contenuti, ha come principale oggetto di ricerca il lavoro sulla materia e l’osservazione dei suoi mutamenti nel corso del tempo. Affascinato dall’interazione tra differenti elementi, Gaido interroga i processi di equilibrio e disequilibrio che si creano tra il cemento d’espansione e il legno (502,65cm3, 2015) e l’esplosivo e la gelatina (Exploding Utopia, 2013), mentre Wambacq con le sue “fotografie sature” riflette sui processi di condensazione e saturazione delle immagini digitali la cui sovrapposizione da origine a magnetiche superfici astratte che riproducono la texture di pâtés e terrines (L’oreiller de la BelleAurore, 2015).
Come all’interno di un laboratorio le idee e le forme si rinnovano costantemente, così in questa mostra gli artisti danno origine a una continua sperimentazione sulla materia che viene analizzata nelle sue caratteristiche “fisiche”, così come nelle sue declinazioni più astratte e “immateriali”.


    

    gw pate02 small


Enrico Gaido
(Torino, 1971) vive e lavora a Bruxelles. Nel 1998 si laurea in Ingegneria edile presso il Politecnico di Torino e nel 2004 crea con Alessandra Lappano il progetto artistico Portage. Le sue opere sono state esposte in musei, gallerie e istituzioni internazionali come: Palais de Tokyo, Paris; ArtRotterdam Fair, Rotterdam; Fondazione Merz, Turin; MACRO/La Pelanda, Rome; Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Biella. Tra il 2006 e il 2014 collabora con il “Teatro Stabile” di Torino e nel 2010 con il progetto Il Tetto vince il premio “Focus On Art and Science in the Performing Arts” promosso dall’European Contemporary Product.

Freek Wambacq (Bruxelles, 1978) vive e lavora ad Amsterdam. Nel 2000 si diploma al Sint-Lukas University College of Art & Design di Bruxelles. È stato artista in residenza presso la Gasworks di Londra (2015) e la Künstlerhaus Bethaniën di Berlino (2010-2011). I suoi lavori sono stati esposti in numerose sedi internazionali come: WIELS e Middlemarch, Bruxelles; Witte de With, Rotterdam; Objectif Exhibitions e M HKA, Anversa; Künstlerhaus Bethaniën, Berlino; Casino Luxembourg, Lussemburgo; Queen’s Nails Projects, San Francisco; S.M.A.K., Ghent. Nel 2011 vince il “Young Belgian Painter’s Award” promosso dall’ING.



iic invitation.bertocchi bordo 


Davide Bertocchi - Joris Van de Moortel
The Satisfaction of a Resonant Body or the Anthology of Non-homogeneous (Bolognese sauce...)

 
19 novembre – 14 dicembre 2015

The Satisfaction of a Resonant Body or the Anthology of Non-homogeneous (Bolognese sauce...) inaugura con una performance sonora realizzata dagli artisti Davide Bertocchi e Joris Van de Moortel in cui ai suoni improvvisati da due tubi di metallo connessi ad amplificatori si alternano per diffrazione quelli prodotti da “un organo umano”, da un Resonant Body realizzato con canne d’organo e una struttura metallica animata dal soffio di quattro performers http://www.youtube.com/watch?v=yToTP1AYebA
Influenzati dalla sonorità noise e hardcore e dalle loro “iconografie”, gli artisti in questa mostra riflettono sul concetto di “non omogeneità”, come la dissonanza che talvolta si produce tra intenzione ed espressione nel processo artistico o come, semplicemente, il lavoro e le esperienze di due autori provenienti da paesi e culture differenti. Attraverso il suono, la scultura e la performance, Bertocchi e Van de Moortel riflettono sulle possibilità “impure” che scaturiscono da una relazione di squilibrio tra differenti elementi, come ad esempio ci suggeriscono ironicamente nella parte finale del titolo dell’esposizione, gli spaghetti e il sugo separato, un classico della “bolognese” all'estero…


    

bv3    bv4    


Davide Bertocchi
(Modena, 1969) vive e lavora a Parigi. Le sue opere sono state esposte in musei, gallerie e istituzioni internazionali come: La Maison Rouge, Paris; Bozar, Brussels; De Appel, Amsterdam; Fondation d'entreprise Ricard, Paris; Lyon Biennale; Palazzo Esposizioni, Roma; Espace Louis Vuitton, Paris; Palais de Tokyo, Paris; Prague Biennale; La Monnaie de Paris; The Bronx Museum; MoCA Shanghai.

Joris Van de Moortel (Gand, 1983) vive et lavora ad Anversa. Diplomatosi nel 2009 all’HISK di Gand, nel 2012 e 2013 è stato artista in residenza presso la Künstelerhaus Bethanien di Berlino. I suoi lavori sono stati esposti in numerose sedi iternazionali tra cui: Palais de Tokyo, Paris; Central Museum, Utrecht; Museum Cultuur Strombeek Grimbergen, Berlin; Fondation Boghossian - Villa Empain, Bruxelles; Musée Sainte-Croix, Poitiers; BE-PART, Centre d'Art Contemporain, Waregem.

Con il gentile supporto delle gallerie Hopstreet Gallery, Bruxelles, e Nathalie Obadia, Paris / Bruxelles.

 

 


98