Organizzato in collaborazione con Charleroi Danse, nell’ambito del Festival Legs –
Come sopravviverebbe l’umanità se tutti diventassimo ciechi? In Cecità, il coreografo italiano Virgilio Sieni, noto per il suo affascinante teatro visivo, mette in scena un mondo post-apocalittico in cui un virus ha fatto perdere la vista alla maggior parte della popolazione mondiale. Dietro una garza semitrasparente si intravedono a malapena le sagome di sei performer che si muovono in una scenografia bianca come il latte. Inizialmente smarrito, affetto da questa nuova vulnerabilità che gli impedisce di avere una presa sull’ambiente, il gruppo è costretto ad abbracciare nuove sensibilità. Che tipo di spazi rivela questa nuova mappa percettiva? Come si costruisce la comunità in queste condizioni? Questi individui devono affidarsi al tatto e all’ascolto, il che porta a nuovi modi di muoversi e interagire con gli altri. Un tentativo, anche questo, di ricollegarsi a tecniche di sopravvivenza ancestrali?
Liberamente ispirato al romanzo Cecità (Ensaio sobre a cegueira, 1995) dello scrittore portoghese e premio Nobel José Saramago.
“Non credo che siamo diventati ciechi, credo che eravamo ciechi, ciechi che vedono, ciechi che, vedendo, non vedono”.
Durata 60′
Ideazione, coreografia, scenografia: Virgilio Sieni
Interpreti: Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Lisa Mariani, Andrea Palumbo, Emanuel Santos
Musiche originali: Fabrizio Cammarata
Costumi e scenografia: Silvia Salvaggio
Luci: Andrea Narese, Virgilio Sieni
Maschere: Chiara Occhini