Prima visione
In presenza dell’ambasciatore d’Italia Vincenzo Grassi e della figlia del regista Claire Meyer.Borinage, 1959. Due storie in parallelo: da un lato, quella dell’arrivo di una famiglia sarda, il primo giorno di scuola dei bambini, le domeniche di riposo, i giochi sui mucchi di detriti della miniera… Dall’altro, quella di Domenico, minatore da 17 anni, che vuole ritornare nel proprio paese perché il lavoro comincia già a scarseggiare.
Nel giugno 1946, l’Italia e il Belgio siglano un accordo per la cooperazione e l’immigrazione. È l’inizio dell’arrivo di molte famiglie italiane nella regione mineraria del paese. Nell’agosto 1956, la catastrofe di Marcinelle mette fine a questo accordo ma i migranti continuano ad affluire alla ricerca di un lavoro. Di fronte all’afflusso d’immigrati, il Ministero dell’istruzione pubblica d’allora commissiona un film a Paul Meyer: il film dovrebbe mostrare la buona integrazione di queste famiglie nel Borinage. Il regista prende la sua macchina da presa e comincia a filmare, ma, nel corso delle riprese, si allontana dal progetto che gli è stato commissionato…
Il film, emblema della vita mineraria e dell’immigrazione italiana in Belgio, è considerato il primo film sociale belga, e viene ora restaurato da CINEMATEK.
(85′, 1960, V.O. IT, ST. FR – NL)