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Le parole della moda, tra italiano e lingue straniere

Incontro con Rosario Coluccia, Accademia della Crusca, Università del Salento.

La storia plurisecolare dell’italiano è storia di contatti e di incroci con altre lingue, dalle origini fino ai nostri giorni. Tale fenomeno va collegato ai rapporti che, nelle circostanze più varie, la nostra nazione ha stabilito nel corso dei secoli con popoli e idiomi diversi. In alcuni ambiti (letteratura e arte, cucina, musica) la capacità espansiva della nostra civiltà ha favorito la diffusione in varie lingue straniere di molte parole di origine italiana. In altri ambiti (nuove tecnologie, informatica, alcuni sport) succede piuttosto il contrario: parole di origine straniera (oggi soprattutto inglesi, ma non solo) si sono installate nella nostra lingua e vengono correntemente usate dagli italiani, nel parlato e nello scritto.

Il campo della moda presenta una duplice, particolare caratteristica. Da un lato, fin dal Rinascimento opere di autori italiani che trattano di moda e di costumi si sono diffuse nell’intera Europa; dall’altro, è indubbio che in secoli più recenti prima la Francia e poi il mondo angloamericano abbiano esportato con successo creazioni, abiti, modelli, tessuti. Questo comporta interessantissimi scambi dell’italiano con altre lingue, una sorta di partita doppia linguistica, caratterizzata da un intenso dare e ricevere di parole ed espressioni.

Rosario Coluccia è membro dell’Accademia della Crusca dal 2011. Si occupa di testi antichi, di storia linguistica meridionale, di lessicografia. Ha pubblicato per i Meridiani di Mondadori la prima edizione critica e commentata dei poeti siculo-toscani. È professore ordinario di storia della lingua e di linguistica italiana all’Università del Salento.

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