Evento in lingua francese.
L’Istituto Italiano di Cultura è lieto di accogliere il grande cineasta belga Luc Dardenne,in occasione della pubblicazione dell’edizione italiana del suo ultimo libro Addosso alle immagini pubblicata nel luglio di quest’anno da Il Saggiatore a cura di Stefania Ricciardi (versione originale in francese Au dos de nos images I e II, editore Seuil, nella collana La Librairie du XXIe siècle).
La traduttrice Stefania Ricciardi presenterà il libro. Seguirà una conversazione tra Luc Dardenne e Fabrizio Rongione, l’attore italo-belga che ha lavorato in moltissimi film di grande successo realizzati dai fratelli Dardenne, a cominciare da Rosetta (1999), vincitore della Palma d’oro a Cannes.
«Siamo giunti alla conclusione che dovevamo smettere di inseguire un’immagine ideale del cinema. Ci siamo detti: che cosa ci appartiene veramente, che cosa sappiamo fare? Ecco, scrivere mi è servito a meditare su questo e a confrontarmi con mio fratello.» Tra gli anni novanta e il primo decennio del nuovo secolo Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno dato vita ad alcuni tra i film più memorabili del panorama mondiale: opere crude e innovative, capaci di offrire un nuovo linguaggio al realismo e di incontrare il favore di critica e pubblico. Fatto meno noto, la loro realizzazione ha coinciso per Luc con la stesura di un diario, nel quale ha riversato le riflessioni che i due registi hanno condiviso fuori e dentro il set: la scelta degli attori e le decisioni sulle sceneggiature, l’invenzione di Rosetta e le inquadrature di L’Enfant, le teorie filosofiche e le idee per i nuovi progetti, le letture fatte e i film visti – da Federico Fellini a Robert Bresson, fino a Nanni Moretti –, le questioni religiose e sociali e l’attualità – dai piccoli fatti di cronaca agli attentati di Parigi e Bruxelles del 2014-2016. “Addosso alle immagini”, questa sorta di diario-specchio, è un viaggio nel cinema dei fratelli Dardenne: un contenitore di pensieri, ognuno dei quali è un frammento nella costruzione di un immaginario di rara nitidezza e complessità. Un’opera che ci rivela cosa avviene nella mente di un regista prima che l’occhio si posi sulla macchina da presa.