In occasione della pubblicazione delle edizioni italiana e francese del suo ultimo libro La contessa (Adelphi, 2021) e (Flammarion, 2021) l’Istituto italiano di cultura, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Belgio, ospita l’autrice e critico letterario Benedetta Craveri.
Intervengono: Benedetta Craveri, Pierre Jodogne, membro dell’Accademia reale del Belgio, filologo, specialista di letteratura italiana e professore onorario dell’università di Lieigi; Sophie Basch, professore di letteratura francese all’università Paris IV-Sorbonne.
Benetta Craveri è una delle massime studiose italiane di letteratura francese e specialista della civiltà letteraria francese del XVII e XVIII secolo. È docente presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa (Napoli) e socio corrispondente dall’Accademia dei Lincei. Collabora inoltre alle pagine culturali del quotidiano La Repubblica. È autrice di saggi e monografie tra i quali segnaliamo: Madame du Deffand e il suo mondo (2001), La civiltà della conversazione (2001), Amanti e regine (2005), Maria Antonietta e lo scandalo della collana (2006), Gli ultimi libertini (2016) pubblicati da Adelphi e tradotti in francese e in altre lingue. Ha ricevuto numerosi premi: in particolare nel 2017 l’Académie Française le ha conferito il prestigioso premio internazionale “Prix Mondial Cino Del Duca”.
Nonostane sia stata appena pubblicata, quest’ultima opera di Benedetta Craveri, sta riscuotendo un grandissimo successo, come si può vedere dalla ricchissima rassegna stampa italiana e dall’articolo ppena uscito sul quotidiano francese Le Figaro.
“Io non credo nell’amore, è una malattia che passa com’è venuta … prendetemi oggi, non contate di avermi domani» scrive Virgina Verasis di Castiglione a uno dei suoi innumerevoli amanti, palesando la sua esigenza più radicata e insopprimibile: non avere padroni. Un’esigenza che emerge prepotentemente dal racconto che della sua vita ci propone l’autrice di Amanti e regine. Tutti noi – grazie agli scritti di testimoni e biografi, a film e sceneggiati televisivi, nonché ai moltissimi ritratti fotografici che in anni recenti sono stati pubblicati ed esposti – crediamo di sapere chi sia stata la contessa di Castiglione: una «seduttrice seriale» di incomparabile bellezza che, dopo aver conquistato (secondo le istruzioni ricevute dal conte di Cavour) Napoleone III e abbagliato la corte del Secondo Impero, si chiuse in una casa senza specchi nascondendo ai propri occhi e a quelli del mondo la sua inarrestabile decadenza. Ma colei che Robert de Montesquiou consacrò per sempre come «la divine comtesse» è stata molto di più, e Benedetta Craveri, la quale ha rintracciato negli archivi italiani e francesi un’ingente mole di lettere totalmente inedite, ce lo fa scoprire lasciando che sia Virginia a parlarci di sé: dei suoi amori, delle sue ambizioni, delle sue paure, delle sue ossessioni. Vengono così alla luce aspetti sorprendenti di una donna che seppe usare il suo fascino, ma anche la sua intelligenza politica, la sua audacia, la sua volontà di dominio, la sua straordinaria abilità di commediante, e anche una buona dose di cinismo, per raggiungere un traguardo all’epoca inimmaginabile: disporre liberamente della propria esistenza. Una ribellione alle regole imposte dalla morale del secolo borghese che, scrive Craveri, “ha mantenuto intatta la sua forza incendiaria e che ancora oggi disturba, sconcerta, scandalizza».
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