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THE LAW OF LIFE – LA LEGGE DELLA VITA

L’Istituto Italiano di Cultura

con il patrocinio della Regione Emilia – Romagna Cultura d’Europa e della Consulta Emiliano – Romagnoli nel mondo


ha l’onore di invitare la S.V. al vernissage della mostra


THE LAW OF LIFE – LA LEGGE DELLA VITA   della pittrice italiana Federica Rossi


Giovedì 10 maggio 2012, ore 19.00


La mostra durerà fino al 31 maggio 2012


Istituto Italiano di Cultura, rue de Livourne 38, 1000 BruxellesRSVP entro il 09/05/2012 tel. 02/533.27.20 – iicbruxelles@esteri.it


L’artista italiana Federica Rossi esporrà, dal 10 al 31 maggio 2012, le sue opere negli spazi dell’ Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, in Belgio.Federica Rossi, classe 1972, vive e lavora a Parma, in Italia; e, fin dagli esordi, ha collaborato con importanti esponenti del mondo artistico.Ha esposto in gallerie, Istituzioni e Musei e le sue opere sono collocate in collezioni pubbliche e private.Partecipa a diverse mostre collettive e personali in Europa e negli Stati Uniti.La mostra, dal titolo The law of life (La legge della vita) , segue le precedenti The power of the soul e Mother Earth, presentate agli Istituti Italiani di Cultura di Londra e Copenaghen.«Infiniti significati derivano da un’unica legge: la Legge della vita». Da queste parole, attribuite a Siddharta, si comprende il significato del titolo della mostra, il cui scopo è quello di sensibilizzare l’uomo a un percorso spirituale mediante un ascolto interiore.«Attraverso la nostra forza vitale», spiega l’artista ,«riscopriamo la capacità di connetterci alle infinite potenzialità che ci sono dentro e fuori di noi, ritrovando così una nuova calma, una profonda capacità di ascolto e la forza di agire in rispetto di noi stessi e, quindi, del mondo».La sua pittura è paragonata a “un esercizio di osservazione interiore della mente e del cuore, che si traduce in un immersione totale nel percorso degli stati d’animo, delle sensazioni che si incontrano e si dilatano nello spazio e nella mente”.«Le ultime opere di Federica Rossi», si legge in un testo critico di Marzio Dall’Acqua, « esplodono con cromie fredde oppure violente, da sangue rappreso. Il cretto rappresenta l’alterità, l’accoglienza dell’esterno e dall’esterno, l’accettazione di una contaminazione, di un movimento e di un divenire insieme. La sospensione del tempo tipica dell’opera d’arte qui suggerisce un processo in atto, un cambiamento, una metamorfosi di là da venire: primordiale ed insieme apocalittica, come se fossimo alla fine, al termine di ogni aspettativa, di ogni vita, in un processo senza umanità, quindi disumano. Come se fossimo davanti ad eventi cosmici, sotto cieli senz’aria ed atmosfera, con una possibilità, però, di ricostruzione, di ritorno alla vita, almeno in un futuro lontano».


Francesca Gatti 

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